Ennesimo stop, Bursa sprofonda. La crisi dei coccodrilli

bursa-new-stadium

Eccola lì, la maledetta Timsah Arena. Uno dei progetti più belli d’Europa, lo stadio a misura di tifoso e di calciatore. Il futuro di una città meravigliosa come Bursa che ci crede eccome, soprattutto dopo lo spettacolare trionfo dell’ultimo (ed unico) campionato della loro storia, quello del 2009/2010. Ecco, appunto: il futuro.

Perchè il presente è una desolazione completa. Fino al 2014 non ci sarà nessuno stadio a forma di coccodrillo, ma il Bursa Ataturk Stadium, una delle tante infrastrutture dedicate al buon Mustafa Kemal. Il passato del Bursaspor non è certo glorioso, se paragonato alle realtà di Istanbul. Come detto prima, un’affermazione sola impallidisce di fronte ai 19 allori del Galatasaray. Il Bursa sembra intrappolato nel suo passato, da cui non riesce ad uscire. Prendiamo ad esempio Pablo Batalla, talentuoso argentino che ha trascinato i coccodrilli in quel (forse) irripetibile 2010. Era lui a dare una mano ai compagni nella storica notte di Valencia, in cui ha segnato il primo gol in assoluto in Champions League dei biancoverdi. Ecco, Batalla ha piantato in asso tutti e se n’è già andato in Argentina, da cui sceglierà la prossima destinazione nel mercato di gennaio.

La squadra, come prevedibile, non ha reagito bene. Oggi pomeriggio alle 15 all’Ataturk arrivava il Genclerbirligi di Ankara, formazione tutt’altro che imbattibile, quattordicesima in classifica. Era l’occasione ideale per il riscatto. Il Bursaspor sceso in campo oggi invece era irriconoscibile. Daum, l’allenatore, ha le sue colpe: realtà indubbiamente inferiori come Kasimpasa Sivasspor stanno creando gioco con le poche forze a disposizione. Il Bursa non può diventare un’anonima formazione di metà classifica. Non più, dopo il 2010.

bursaspor-genclerbirligi-0-0-3855303

Eravamo alle 15 di oggi. Arriva il modesto Genclerbirligi Ankara che parte bene: dopo soli 17 minuti, erroraccio di Chrétien e calcio di rigore per gli ospiti. Quella che doveva essere la giornata del riscatto diventa un incubo. La squadra della capitale non ne approfitta però, sbagliando dal dischetto. Ecco, tutto qui. Pochissimo gioco, non molte emozioni. Nonostante giocatori come Belluschi che potrebbero fare la differenza, a vincere è la paura. 0-0 finale e un bilancio che più negativo non si può.

Decimo in classifica, il Bursaspor non ha più scusanti per giustificare l’ennesima prestazione pallida. La si può chiamare crisi, forse si tratta di un semplice vuoto, che andrà a colmarsi l’anno prossimo. L’impressione è che da quelle parti si stia guardando troppo in direzione delle gru che vanno a depositare, mattone per mattone, il futuro dei coccodrilli. Ma non si può prescindere dal futuro, per costruire il presente.

 

PS: ad oggi, la Timsah Arena si presenta così: è in costruzione ed in perfetta tabella di marcia per l’inaugurazione dell’anno prossimo. L’auspicio è che, per il bene del calcio in Turchia, vi sia una squadra all’altezza a giocarvi.

timsah

Lascia un commento